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Le fasi di produzione del vino

Non solo arte: la produzione del vino è una tradizione che unisce e segue delle fasi scandite da precise regole. 

La prima fase è quella della vendemmia, ovvero della raccolta, ed è quella che determinerà il sapore del nostro vino, la dolcezza o l’acidità. In questa fase gioca un ruolo importante il tempo metereologico ma anche il metodo con cui la raccolta verrà effettuata: nonostante la manodopera scarseggi, molti produttori continuano a preferire la vendemmia a mano in quanto quella a macchina è risaputo impattare negativamente sia sull’uva che sul vigneto stesso. Una volta raccolta l’uva viene selezionata rimuovendo quelle non ancora pronte o guaste.

La seconda fase consta di due azioni: la diraspatura durante la quale vengono separati gli acini dal raspo, e la pigiatura che un tempo veniva effettuata con i piedi mentre con il passare degli anni sono stati implementati dei macchinari che pigiano le uve in mosto che, nel caso dei vini rossi, contiene ancora semi e bucce.

Dopo un lasso di tempo che va dalle 6 alle 12 ore si entra nella terza fase: la fermentazione quella che trasforma lo zucchero in alcol aggiungendo al mosto dei lieviti, più o meno naturali a discrezione del produttore. Questo processo dura da un minimo di una settimana ad un massimo che può anche superare i 30 giorni.

La quarta fase è quella del chiarimento in cui, dopo aver travasato il vino in un’altra botte, cominciamo l’opera di filtrazione per rimuovere tannini, proteine, lieviti e torbidità.

Dopo questo processo arriviamo alla quinta ed ultima fase: affinamento ed imbottigliamento. Nella prima parte, a seconda del sapore che si vuole dare al vino, possiamo scegliere delle botti di rovere (che danno un sapore più morbido grazie alla maggiore esposizione all’ossigeno) o dei serbatoi d’acciaio (più adatti ai vini bianchi). Terminato questo processo il vino viene imbottigliato.

Sapevi che il processo di produzione contasse tutte queste fasi?

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