Infinocchiare a chi?!

Il verbo “infinocchiare”, nell’uso comune, indica la capacità di raggirare o prendersi gioco di una persona facendo riferimento a menzogne, cose non vere.

Vi siete mai chiesti perchè utilizziamo questo termine?

E cosa lo collega al mondo del vino?

Semplice! Gli osti più scaltri, nei secoli scorsi, rifilavano il vino scadente accompagnato da pietanza a base di finocchi in modo da alterare la percezione del gusto di chi lo beveva.

Infatti il finocchio, ricco di anetolo, impedisce al vino di essere compreso e assaporato.

A proposito di questo, quali alimenti non amano tutti i vini?

Carciofi

La cinarina, aminoacido presente nelle foglie del carciofo, determina il gusto dolce e metallico e conferisce un’eccesiva taniccità alla pianta.

L’abbinamento ideale è quello ai vini bianchi freschi.

Vermentino sardo (Sacava sulle bucce 2018, Sa Defenza)

Asparagi

La presenza di solfati e asparagina in questo ortaggio determina un gusto acerbo e legnoso, difficile da abbinare a vini di forte tannicità.

Un vino aromatico e fruttato può essere un ottimo compagno!

Sauvignon (Blank 2019, Laurent Saillard)

Peperoncino & spezie

La capsaicina, presente nel peperoncino, e la piperina, presente nelle spezie, provocano sensazioni gustative forti e persistenti.

Cosi inidirizziamo la scelta verso vini morbidi e di grande presenza.

Brunello (B. di Montalcino DOCG 2015, Casa Raia)

Cioccolato fondente

La percentuale di cacao presente nel cioccolato , il colore e l’intensità dell’amaro determinano l’abbinamento.

Al cioccolato particolarmente amaro (valore superiore al 70%) possiamo abbinare vini ricchi di alcool e grande corpo.

Bordeaux di Francia (B. Superieur, Chateau la Roberterie)

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